PITZOCK
Le chef du restaurant Pitzock, Oskar Messner, cuisine avec amour les produits du Val de Funes. Il collabore étroitement avec les petits producteurs et éleveurs de la région dont certains appartiennent au Presidio Slow Food. L'une des stars du menu est l'agneau de la race autochtone Villnösser Brillenschaf. Les plats de pâtes fraîches, aux saveurs délicates des herbes du jardin ou plus soutenues du Graukäse, fromage local, sont un délice. Demandez une table dans la salle du fond, revêtue de bois clair, ou sur la terrasse. Très belle découverte culinaire.
Le saviez-vous ? Cet avis a été rédigé par nos auteurs professionnels.
Avis des membres sur PITZOCK
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Pitzock, Un luogo unico!
Polecam.
Semplicemente fantastica. Questa è l’essenza dell’esperienza che abbiamo vissuto oggi a pranzo io e la mia compagna. Una domenica da ricordare, immersi nella pace della valle di Funes, coccolati dalle preparazioni dello chef Oskar Messner, paladino dei presidi slow food non solo alto atesini, ma chi sposa questa filosofia fa una scelta di vita, di comunità e quindi supporta e propone anche ingredienti di nicchia provenienti da altre regioni che vanno tutelati e sapientemente proposti. Uno su tutti il mandarino tardivo di Ciaculli che viene utilizzato in modo sublime, magistrale, elegante e geniale nella preparazione del cavallo di battaglia dello chef: lo stinco di agnello “Villnösser Brillenschaf” su risotto Vialone Nano, piatto che al suo interno vede presenti ben 4 presidi slow food italiani, dal trentino alla Sicilia, passando per l’Emilia e il Veneto…fantastico!
Ma ovviamente l’esperienza al Pitzock non inizia dal secondo piatto, ma comincia dal cesto del pane fatto in casa che da solo merita una menzione da tanto buono e vario che è! Viene presentato insieme a dei grissini aromatizzati, a del burro artigianale e ad una mousse alla barbabietola.
Io e la mia compagna abbiamo poi iniziato il pranzo con due primi piatti, delle tagliatelle con ragu d’agnello e manzo affumicato per lei, mentre io ho preso dei ravioli di grano saraceno ripieni di formaggio “Grauka” (altro presidio slow food) e burro ai porri. Che dire? I miei ravioli erano sublimi, a cominciare dall’impiattamento che sembrava un quadro raffiugurante un prato in primavera! Eccellenti e dai sapori decisi le tagliatelle (che forse per la maggior parte degli italiani sono più dei tagliolini) della mia compagna. Del secondo piatto, che avrebbe potuto essere tranquillamente un piatto unico, abbiamo già parlato, ma io, non ancora sazio, ho voluto provare l’ennesimo prodotto tutelato della zona: il vin santo trentino che ho abbinato ad una fantastica degustazione di formaggi di pecora che ho molto apprezzato.
Il pranzo è stato accompagnato da un eccellente Lagrein riserva Frauenhügel di Kurtatsch del 2019.
Il servizio è stato davvero convincente e abbiamo apprezzato molto il fatto che lo chef Oskar venisse personalmente a tavola a spiegare nei dettagli le sue preparazioni e gli ingredienti che venivano utilizzati.
Rapporto qualità/prezzo spettacolare.