Adresse historique doublement étoilée, grâce à la passion avec laquelle la famille Moroni recherche ses ingrédients et élabore ses recettes. Aimo et Nadia, après avoir bâti un empire, ne sont plus eux-mêmes aux fourneaux mais deux nouvelles toques poursuivent la tradition et proposent des plats italiens en mode moderne. Grande qualité dans l'inventivité des plats (comme la tarte aux châtaignes, aux amandes et à la truffe accompagnée de topinambours et de crème de jaunes d'œuf). La salle élégante et sobre est décorée par des œuvres d'art contemporain.
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Avis des membres sur IL LUOGO DI AIMO E NADIA
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Questa sera, dopo tanto tempo che volevamo provarlo, siamo finalmente riusciti a cenare in questo tempio della ristorazione italiana e sicuramente uno dei più (se non IL PIÙ) declamati di Milano.
La sua fama è stata costruita su una storia decennale che anno dopo anno lo ha sempre visto confermarsi ai vertici del panorama gastronomico della nostra città.
L’ambiente, da poco ristrutturato, è di livello molto alto. Personalmente non prediligo queste impostazioni minimal che rendono le sale molto fredde, ma sicuramente l’eleganza e la classe sono state le linee guida nel disegnare gli ambienti dove si mangia.
Personale molto preparato, molto attento e sempre disponibile. Insomma quello che ci si aspetta da un due stelle Michelin. Mai una sbavatura.
La cena è cominciata con un aperitivo, un Franciacorta Zero Dosaggio del 2008 che è stato accompagnato da delle discrete preparazioni. Forse l’accompagnamento all’aperitivo e gli “assaggi” che ci hanno portato come inizio del percorso sono la parte che potrebbe essere migliorata nella loro offerta.
Noi abbiamo optato per il menù che forse racconta più della storia di Aimo e Nadia, chiamato “Le delizie del Luogo”.
Il primo piatto è stato ottimo, specialmente per me, originario dell’Appennino tosco emiliano, ho potuto davvero entusiasmarmi all’assaggio dei porcini fritti (sublime), mirtilli di montagna, taleggio e uovo.
Molto buono anche il piatto a base di triglia e ragout di verdure di stagione. Forse questo piatto si può ulteriormente migliorare cercando quel “guizzo” in più che lo completerebbe.
Verdure protagoniste indiscusse del successivo piatto che, insieme al risotto, sono per entrambi noi, i migliori piatti della serata. Parlo infatti di un’incredibile zuppa etrusca che varia a seconda delle verdure di stagione, legumi, farro della Garfagnana e fiori di finocchio selvatico.
A seguire un piatto di totanacette con zucchine trombetta. Anche in questo caso la preparazione delle verdure ha nobilitato e dato quel tocco in più al piatto.
Incredibile appunto anche il risotto Carnaroli Gran Riserva con patate di Polignano, cozze nostrane e pomodori gratinati al pecorino. Un sapore fantastico una lavorazione e preparazione delle cozze incredibile che le faceva letteralmente sciogliere in bocca! Una sensazione simile l’avevamo provata gustando un piatto a base di cozze al Villa Crespi di Cannavacciuolo.
Il successivo piatto era un altro primo, un omaggio a Milano, così come lo chiamano loro, composto da dei tortelli farciti da ossobuco di Fassone con midollo. Grande portata anche questa.
Fassone protagonista anche del piatto successivo dove abbiamo mangiato un controfiletto ottimamente preparato con una delicata panure alla camomilla, cipolla di Tropea con carote di Polignano e aceto di lamponi.
Buono il piatto di formaggio che ha chiuso la parte “salata” del pasto.
Dopo il predessert ci è stato portato un dessert piuttosto “controverso”, nel senso che io, non amante dei dolci, ho apprezzato nella sua originalità e creatività, mentre la mia compagna giustamente sostiene che un dessert deve essere tale e non un “dolce ortaggio” come viene chiamato appunto per l’abbinamento alla crema di zabaione delle lenticchie di Castelluccio.
Comunque il giudizio complessivo è decisamente eccellente! Siamo di fronte ad un’espressione di creatività, tecnica, professionalità e rispetto delle materie prime di fantastica qualità che suscita nei piatti che si mangiano delle emozioni che vanno oltre al gusto! Commovente.
Il pasto è stato accompagnato da dell’ottimo pane al grano arso con farina Senatore Cappelli che abbiamo più volte intinto nell’olio leccino di Valentini.
A tutto pasto abbiamo bevuto un’ottimo Trebbiano d’Abruzzo di Villa Reale.